Quest’anno è un anno speciale. E non solo perché è il primo anno in cui non si sente parlare di Covid o meglio in cui non abbiamo paura. Ma soprattutto perché è una coincidenza particolare: la Pasqua cristiana di quest’anno si festeggia per la prima volta negli ultimi dieci anni all’interno della settimana della Pasqua ebraica, che quest’anno si festeggia a sua volta durante il mese sacro per i musulmani, cioè il Ramadan.In Sardegna la Pasqua è un’autentica tradizione di fede “sa chida Santa”.

La lunga genesi dei riti de sa chida santa si perde nella notte dei tempi e ha contribuito a renderli, tutt’oggi, sentitissimi, appassionanti e struggenti. Processioni per le strade e riti nelle piccole e preziose chiese dei borghi, nelle cattedrali delle città e nei santuari, tornano, come ogni anno, nel 2023, per essere rivissuti coralmente, secondo le antiche usanze, diverse da luogo a  luogo. 

  • A Cagliari nei quartieri di Villanova – il venerdì che precede la domenica delle Palme – e Stampace, il martedì santo, si animano con is Misterius: sette simulacri sostano in sette chiese, stazioni della via crucis. Il giovedì viene portato in processione il simulacro di Sant’Efisio vestito a lutto, il corteo funebre del protettore della città inizia dalla sua chiesetta di Stampace per compiere anch’egli il ‘giro delle sette chiese’. Il venerdì santo, dalla chiesa di San Giovanni, la statua di Gesù crocifisso giunge nella cattedrale di Santa Maria
  • La Setmana santa di Alghero ha origini catalane, inizia il venerdì che precede la domenica delle Palme, con la processione dell’Addolorata, e si conclude a Pasqua con l’Encontre. Toccante e scenografico è il rito del desclavament, la deposizione del corpo del Cristo accompagnato in processione sul letto di morte. Dall’imbrunire, fiaccole e lampioni coperti da veli rossi illuminano i vicoli della città.
  • Gallura: Il Lunissanti sono i riti che si svolgono il lunedì prima di Pasqua nella magia del borgo di Castelsardo arroccato sul mare, prima dell’alba i confratelli si riuniscono nella chiesa di Santa Maria perrinnovare le antiche e struggenti celebrazioni, riti che precedono la processione verso la basilica di Nostra Signora di Tergu, tra lumi e cori. Ad Aggius, nella profonda Gallura, durante i secolari cerimoniali si ascolta il canto corale a tasgja.
  • Oristanese: la Passione, calice, flagello, corona di spine, croce, catena, scale e statue, sono i simboli dei sette Misteri portati in processione accompagnati dai cori polifonici a cuncordu, dal Miserere e Stabat Mater. Nei diversi paesi dell’Oristanese, come Aidomaggiore e Bortigali, di Montiferru ePlanargia, come Bosa, le struggenti processioni dei Misteri si svolgono il martedì santo. A Cuglieri il venerdì santo le donne cantano i gosos della Madonna addolorata e il Miserere, mentre gli uomini portano le candele. Il sabato è dedicato all’adorazione di Gesù e della Croce, in attesa de s’Incontru tra la Madonna e il Figlio risorto del giorno di Pasqua (rito che si svolge lungo le strade in tutti i centri della Sardegna)
  • Sassari: i confratelli conducono in processione cinque antiche statue che rappresentano gli eventi della Passione, il corteo è aperto da un confratello suonatore di tamburi, seguito da altri che porteranno li Rocci, lunghi bastoni con cui comanderanno il ritmo della processione.
  • Sulcis Iglesiente: ad Iglesias va in scena la rievocazione seicentesca della Passione di Cristo, il giovedì pomeriggio si imbandisce il tavolo dell’ultima cena, Chenapura Santa è il venerdì santo dedicato al mistero della Croce: di mattina i Germani saliranno al rione Costera, mimando l’ascesa del calvario, di sera sarà il turno de su Scravamentu e saDescenso, il corteo funebre sfilerà illuminato da fiaccole tremolanti.
  • Nuorese: Un Pathos struggente caratterizza ‘gli incontri’ di Galtellì e Orosei, nelle Baronìe, e di Oliena e Sarule, nella Barbagia di Nuoro. Il rito de Su Incontru fu introdotto dagli Spagnoli nel Quattrocento, per rappresentare l’incontro tra Gesù risorto e la Madonna. La mattina di Pasqua per le vie del paese si snodano diverse processioni in cui la statua della Madonna vestita a lutto va simbolicamente alla ricerca del figlio. Le due statue, quella della Madonna ricoperta di ex voto in oro e quella del Cristo con lo stendardo pieno di monili, escono rispettivamente dalla chiesa di San Francesco di Paola e dalla chiesa di Santa Croce. I fedeli accompagnano la processione indossando l’abito tradizionale: le donne sfoggiano abiti ricchi di seta e fili d’oro e d’argento, gli uomini portano sa berritta e su carcione, il gonnellino d’orbace nero indossato sopra i calzoni di tela bianca. I due simulacri si incontrano in genere davanti alla Chiesa, giungendovi dai lati opposti.
  • Ogliastra:  In Ogliastra particolarmente suggestiva e commovente è la Settimana Santa di Bari Sardo in cui il venerdì santo viene messa in piedi la via Crucis vivente.
  • Medio Campidano: sicuramente nei paesi del Medio Campidano su scravamentu è la cerimonia più suggestiva ma soprattutto “sa chida Santa” si lega alla tradizione del pane e dell’uovo. Qui ma anche in tante altre zone della Sardegna la semplicità di un uovo e la propria natura primordiale costituisce il dono più diffuso per la festa pasquali. In Sardegna veniva preparato, per i bambini in modo particolare, l’uovo covato dalla gallina e racchiuso all’interno di un pane; “su coccoi cun s’òu”, spesso aromatizzato con zafferano e rametti di finocchio selvatico.
    Per le nostra comunità i riti delle festività pasquali rappresentano la manifestazione più sentita e partecipata dell’anno. I riti religiosi pasquali danno il via all’apertura della stagione estiva quando arrivano i primi turisti per il nostro mare. Buona Pasqua dall’ufficio di Presidenza di Anteas Sardegna: Franco, Alessandra e Giorgio!